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La migliore guida per imparare a suonare il pianoforte

Capitolo 1Come scegliere un pianoforte o una tastieraCapitolo 2Metodi per lo studio del pianoforteCapitolo 3La corretta tecnica pianisticaCapitolo 4Iniziare a suonare il pianoforteCapitolo 5Leggere lo spartito per pianoforte (concetti base)
Capitolo 6Esercitarsi al pianoforteCapitolo 7Obiettivi e motivazioneChapter 8Reading Piano Notes, Timing and DynamicsCapitolo 9I pedali del pianoforteCapitolo 10Domande e risposte sullo studio del pianoforte

Capitolo 5

Leggere lo spartito per pianoforte (concetti base)

La migliore guida per imparare a suonare il pianoforte

Nell’ultimo capitolo abbiamo introdotto le note e il loro posizionamento sulla tastiera. In questo capitolo esploreremo le note sulla pagina, introducendo la notazione musicale ovvero la forma di comunicazione scritta della musica. Se non conosci ancora l’importanza di imparare a leggere lo spartito, non fermarti qui. Se invece sai già di cosa parliamo, questo è comunque l’articolo giusto. Spoiler Alert: pur non essendo imprescindibile per chi comincia a suonare, riteniamo che imparare a leggere lo spartito sia un’ottima idea.

Che cos’è la notazione musicale?

La musica è un linguaggio e come tale prevede anche una forma scritta

La musica è un linguaggio e come tale prevede anche una forma scritta. Si tratta di comunicazione. La notazione offre ai musicisti di tutto il mondo un mezzo per comunicare. I compositori annotano un brano musicale con simboli specifici, e se sai leggerli allora riuscirai a comprenderlo. Non importa quanto siate distanti nel tempo e/o nello spazio, la comunicazione si realizzerà comunque.

Gli esseri umani scrivono musica da quando esiste la scrittura. Prima della notazione scritta la musica veniva trasmessa oralmente, anche se sono stati rinvenuti esemplari di proto-notazioni su tavolette risalenti al 2000 a.C. Il moderno pentagramma, ovvero il tipo di notazione odierno, fu introdotto dai monaci cattolici per standardizzare la musica religiosa.

Staff notation
Brano per pianoforte su pentagramma

Il modo di comunicare la musica è cambiato. Le registrazioni audio e video sono progredite a tal punto che possono documentare per filo e per segno un’esibizione. Pur avvicinando moltissimo l’ascoltatore al pianista o alla pianista, questi passi avanti non eliminano l’importanza della notazione. In altre parole, la notazione musicale di un pezzo è l’unico resoconto “puro” del volere del compositore. Nel momento in cui questo viene suonato, la musica prende vita.

Perché dovresti imparare a leggere lo spartito?

Qualcuno potrebbe dirti che per leggere lo spartito servono tempo e fatica e che non ne hai veramente bisogno. Persino certi eccezionali musicisti non hanno mai imparato e si sono affidati ad altri metodi come quello di suonare a orecchio, o utilizzando solo schemi degli accordi (ne parleremo più avanti).

Ma diciamola tutta: senza saper leggere lo spartito, si impara solo a metà

Ti sfidiamo a trovare un o una musicista che si sia pentito o pentita di aver imparato a leggere lo spartito. È molto più facile che trovi chi si dispiace di non averlo fatto prima! Come quando si studia una lingua nuova, soprattutto all’inizio, puoi cavartela senza imparare a leggere o a scrivere. A lungo andare, però, saper leggere lo spartito ti offrirà una serie di vantaggi che ti permetteranno di esprimerti al meglio.

È più veloce di quanto pensi. Non è necessariamente un “punto a favore”, ma se gli unici aspetti che ti frenano sono il tempo e l’impegno, è bene che tu sappia che non dovrai fare sforzi eccessivi. Anche se al momento la notazione ti sembra un insieme indefinito di linee e punti su una pagina, in poco tempo riuscirai a leggere e a suonare il tuo primo brano. Esercitati regolarmente, accumula piano piano le giuste conoscenze e rimarrai stupito o stupita dalla rapidità con cui ti saranno chiari i concetti.

Lettura a prima vista. Si tratta della capacità di leggere un brano per la prima volta e di suonarlo man mano che si procede, con la stessa facilità con cui leggi questa frase ad alta voce. Ci vuole tempo ed esercizio ma, alla fine, se hai uno spartito davanti significa che puoi suonarlo. Poiché online se ne trovano molti, imparare a leggere lo spartito a prima vista ti dà la possibilità di suonare immediatamente quasi tutto.

Leggere lo spartito ti toglie i dubbi. Il tuo “orecchio musicale” si sviluppa naturalmente nel tempo. Ma suonare a orecchio richiede una formazione avanzata che ti permetta di identificare le note, gli intervalli e gli accordi. Si tratta di un’abilità niente male, ma anche i pianisti che hanno trascorso anni ad affinare il proprio orecchio a volte incontrano difficoltà. Non è affatto semplice identificare una nota tra tante, o in una rapida successione.

Immagina di ascoltare un brano e di voler imparare a suonarlo. Se non sai leggere lo spartito devi rallentare, ripetere ancora e ancora, senza alcuna sicurezza di aver catturato la nota giusta. Se invece sai come affrontare lo spartito, saprai subito quali note devi suonare e come.

Un supporto costante per la memoria. Suonare a orecchio significa dover ricordare tutto ciò che decidi di imparare. Al contrario, lo spartito offre un supporto per tutto ciò che vuoi apprendere o hai già studiato. Se non hai una memoria di ferro puoi mettere per iscritto una tua notazione personale. Ma quando esiste già un linguaggio universale, perché complicarsi la vita?

Non ci sono confini. Solo perché lo spartito ti spiega come il compositore o la compositrice ha pensato il brano, non significa che devi suonarlo così. Ma è importante conoscere le regole prima di poterle infrangere. Duke Ellington creò dei capolavori jazz basati su “Peer Gynt” di Grieg e su “Dance of the Sugar Plum Fairy” di Tchaikovsky. Il primo passo però era conoscere perfettamente gli originali, per poi riuscire a creare le sue opere.

Un approccio alternativo: gli schemi degli accordi

Generi come il pop o il jazz sono spesso meno specifici riguardo la notazione degli strumenti secondari, pertanto non sempre sono necessari i pentagrammi. Capita infatti che i musicisti debbano seguire solo una sequenza di accordi. Un accordo è un insieme di note che crea un’armonia specifica e che viene chiamato con il nome delle note che comprende.

Negli schemi degli accordi di solito troviamo, oltre al cambio di accordo, anche la notazione ritmica. Si tratta del metodo perfetto per chi suona in una band o per chi sperimenta col jazz e non solo. Se scegli questa opzione, ti consigliamo di imparare comunque a leggere il pentagramma. Conoscerli entrambi ti renderà più flessibile e ti permetterà di seguire le variazioni presenti nello spartito. In quest’ultimo troverai le parole e la melodia trascritta su un pentagramma, ma anche i cambi di accordi dello strumento principale.

Schema degli accordi e spartito
Schema degli accordi e spartito

Notazione base

Ricorda: questa prossima sezione si basa sulle idee che abbiamo introdotto nei capitoli precedenti, in particolare nel Capitolo 4 - Iniziare a suonare il pianoforte.

Il pentagramma

Il pentagramma è un tipo di notazione composta da cinque righe e quattro spazi vuoti, collegati da una parentesi graffa a sinistra. Il pentagramma superiore è solitamente contrassegnato da una chiave di violino e viene suonato con la mano destra, mentre il pentagramma inferiore è solitamente contrassegnato da una chiave di basso e viene suonato con la mano sinistra. Il DO centrale si trova nello spazio tra i pentagrammi, su una linea immaginaria, ed è il punto principale per orientarsi sulla tastiera così come sul pentagramma.

DO centrale sul pentagramma
DO centrale sul pentagramma

Le righe e gli spazi sul pentagrammi ospitano vari simboli musicali, tra cui le note. Le note possono trovarsi su una riga o in uno spazio. In base a dove è collocata la nota si può definire la sua altezza. Un rigo più su significa un’altezza maggiore, quindi salire sul pentagramma significa spostarsi a destra sulla tastiera. Sopra o sotto il pentagramma ci sono anche i tagli addizionali che identificano una nota più acuta o più grave rispetto alle cinque righe del pentagramma.

Le note

Per ora ci concentreremo sul pentagramma superiore, quello della chiave di violino. Trova il DO centrale (consulta il Capitolo 4) sulla tastiera e sul pentagramma sottostante. Da qui, segui la sequenza delle note da LA a SOL per nominare tutte le note presenti sul pentagramma. Sul pentagramma, la testa della nota indica l’altezza.

Note sulla chiave di violino
Note sulla chiave di violino

Per evitare di contare ogni volta dal DO centrale in su, esistono dei trucchetti che ci vengono in aiuto.

Note negli spazi
Note negli spazi

I quattro spazi del pentagramma in chiave di violino in inglese formano la parola “FACE” (F, A, C, E, ovvero FA, LA, DO, MI)

Notes on the lines
Note sulle righe

Ora che sai identificare e localizzare le note sul pentagramma in chiave di violino, guardiamo come appare per iscritto la posizione del DO.

La posizione del DO sul pentagramma
La posizione del DO sul pentagramma

Le prime cinque note che abbiamo suonato con la mano destra si trovano nella metà inferiore del pentagramma. Il nostro DO si trova sul primo taglio addizionale, il RE è appena sotto la prima riga del pentagramma, il MI è sulla prima riga, il FA è nel primo spazio e il SOL si trova sulla seconda riga. Prova a suonarle.

Valori di durata delle note

La musica si legge da sinistra verso destra. Così come la posizione della nota indica la sua altezza sul pentagramma, la forma della nota mostra per quanto tempo bisogna suonarla. Tratteremo le indicazioni di tempo, le suddivisioni e i valori di durata nel Capitolo 8 ma per iniziare:

Una semibreve è un cerchio vuoto e dura quattro battiti.
Una minima ha un’asticella e dura due battiti.
Una semiminima ha un pallino pieno e dura un battito.

Semibreve, minima, semiminima
Semibreve, minima, semiminima

Per adesso hai tutte le informazioni che ti servono

Questo è il momento ideale per iniziare ad allenare la lettura imparando alcuni dei tuoi brani preferiti. Hai tutto ciò che serve per iniziare. Continueremo a leggere lo spartito nel Capitolo 8 dove tratteremo le alterazioni (i tasti neri), le chiavi, le indicazioni di tempo e altri simboli. Il prossimo capitolo è dedicato all’esercitazione. Se non ha ancora scelto un metodo di studio, leggi il Capitolo 2 - Metodi per lo studio del pianoforte.

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